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Imparare ad imparare: qualche dritta su come studiare

Imparare per dimenticare un po’ meno

Questo è il titolo di un articolo di Lisa Vozza, pubblicato su Aula di Scienze, una sezione del portale dell’editrice Zanichelli per la scuola.

L’articolo parla del risultato di vari studi tenuti dall’Università della Californa a Los Angeles, risultato che mi è parso particolarmente interessante. Nell’articolo si fa riferimento al video ProTips: how to study, pubblicato proprio dal Bjork Learning & Forgetting Lab at UCLA.

Poiché il video è solo in inglese e l’articolo non so se sia accessibile solo ai docenti o anche agli studenti, riporto qui sotto una parte dell’articolo, quella che contiene i consigli utili, tratti dal video.

Tirate fuori i vostri ricordi

Come si fa? Ci sono tanti modi: per esempio, dieci minuti dopo che avete terminato una lezione, o appena siete usciti da scuola, prendete un foglio bianco e scriveteci sopra rapidamente le cose che ricordate di avere sentito o fatto in classe. Ripetete lo sforzo prima di andare a dormire: l’impatto di questo piccolo esercizio sarà maggiore di molte delle cose più comuni che gli studenti di solito fanno per studiare. Accedere ripetutamente a ciò che si ricorda aiuta a rafforzare la memoria e a renderla sempre più memorabile per il futuro. E per quel che non si ricorda? Vi aiuterà a diagnosticare quello che non ricordate e quindi non sapete: gli argomenti su cui dovete concentrare le maggiori energie.

Mettetevi subito alla prova

Invece di studiare prima e vedere poi che cosa avete imparato, provate a fare il contrario. Anche se va contro ciò che vi dicono intuito, genitori e prof, pare che questo approccio sia efficace specialmente per come sono strutturate oggi le verifiche. Partite dalle domande e studiate poi a fondo tutte le risposte che non sapete, andando a verifica quello che è scritto sul libro. Per esercitarvi potete usare gli esercizi che vi assegnano o potete chiedere all’insegnante di darvi delle verifiche che ha usato in passato. Se non avete niente di tutto ciò a disposizione, potete semplicemente aprire il libro e a ogni capitoletto coprire il testo con una mano e cercare di ritrovare nella memoria ciò che avete sentito a lezione, paragonando ciò che ricordate con il testo scritto. Nel libro c’è di più? È l’opportunità per imparare quello che vi manca. Oppure c’è di meno? Tanto meglio, avete imparato cose con poco sforzo.

Non temete le verifiche

Anzi, provate a inventarne voi, scrivendo le domande che vi aspettate di trovare, per esempio sugli argomenti che vi sembrano più adatti a risposte testabili o quelli che possono creare maggiore confusione. Rispondete alle domande che vi fate da soli o a quelle che vi fanno i compagni. Testare quello che non sapete e poi studiare è utile non soltanto per prendere voti migliori: imparare in queste modalità attive pare che sia molto più efficace (oltre che più divertente e dinamico) rispetto alla noia di rileggere da soli e in maniera passiva cinque volte un capitolo.

Mischiate gli argomenti

In classe vi presentano spesso più concetti diversi: a casa li studiate uno dopo l’altro? Dagli esperimenti degli psicologi di UCLA, risulta che saltare da un concetto a un altro a un altro ancora, per poi tornare al primo e così via, aiuta non solo a ricordare meglio, ma a ottenere anche un migliore quadro d’insieme, insieme alla flessibilità necessaria a passare da un concetto all’altro vedendone le connessioni.

Non studiate sempre nello stesso posto

Vi han detto di scegliervi un ambiente piacevole e tranquillo, sempre quello, dove passare tutte le vostre ore sui libri? La scienza dell’apprendimento dice che dovreste variare i luoghi di studio: un giorno la biblioteca, un giorno la camera, un altro giorno la cucina… La ragione è che ciascun ambiente offre elementi che si associano nel ricordo a ciò che uno sta cercando di imparare. Così al momento della verifica uno ricorderà gli scacchi rossi e bianchi della tovaglia della cucina insieme al verbo irregolare inglese bear, bore, born o il quadretto con le mucche sopra la scrivania in camera insieme alla formula per rettificare la circonferenza.

Distribuite lo studio

Se avete quattro ore per studiare, è più efficace suddividerle in un’ora al giorno per quattro giorni che studiare tutto in un solo giorno. Ecco l’unica cosa che genitori e prof hanno azzeccato quando vi hanno detto mille e mille volte di non fare la “studiatona” a ridosso della verifica, dell’interrogazione, dell’esame. Accumulare tutto all’ultimo, ammesso che abbiate tempo a sufficienza, può infatti aumentare lievemente la performance nell’immediato, ma basta che vi spostino la prova di un giorno o di una settimana, e dovete cominciare tutto da capo perché così si crea una memoria che dura pochissimo. La regola dello spezzettare vale anche per l’ora da dedicare in un giorno: meglio studiare un quarto d’ora al mattino presto, un quarto d’ora prima di pranzo, un quarto d’ora dopo pranzo e un quarto d’ora prima di cena. Il tempo è uguale, un’ora, ma da quell’ora frantumata pare che otterrete molto di più perché a ogni intervallo segue lo sforzo di recuperare le informazioni memorizzate che vi aiuta a consolidare la memoria.

Insomma, imparare è il prodotto di uno sforzo mentale: perché sia efficace è meglio usare la procedura che si è dimostrata più produttiva. Tutto questo vale, naturalmente, se studiate seriamente e con concentrazione; se gli spezzettamenti sono deliberati e non dettati dal trillo dei messaggi sul telefono; se siete focalizzati, se non vi disperdete e soprattutto se avete voglia di imparare.